venerdì 16 ottobre 2009

Grande questo amico che ci contatta dal cuore del paese.
Vai! specchio delle mie brame, squarcia la tenebra del silenzio...
Ninco Nanco passa e chiude..


7° giorno della caduta della repubblica.

Prima di tutto vi chiedo scusa. Vi chiedo scusa perché non farò nomi di alcun genere. Il mio, quello di mia moglie e soprattutto della città in cui vivo. Non ho ben capito chi è contro chi, e di chi mi posso fidare. Per questo al momento sarò cauto. Vi dirò solo che messaggio dall’Umbria. E questo per il momento vi basti. Un mio carissimo amico, genio dell’elettronica e dell’informatica, è riuscito a collegarmi ad internet, rimbalzando il mio segnale di continuo, così da evitare che mi rintraccino.
Non so quanto durerà. Ma ogni giorno mi collegherò ad internet per pochi minuti e controllerò la situazione.
Secondo: GRAZIE ! Di cuore. Aver trovato il tuo appello mi ha riempito di gioia.
Qui si vivono ore drammatiche. Un mio contatto all’interno della Polizia, mi dice che è un caos. L’esercito di Liberazione Nazionale che ancora non si sa a chi faccia capo, è ovunque e controlla tutto. Supermarket, stazioni di rifornimento, ospedali, uffici e tutti i negozi, di ogni genere.
Più che un esercito di Liberazione mi sembra un esercito di dittatura. Loro passano tutto il giorno con dei mega altoparlanti per rassicurarci, ma intanto girano con i mitra spianati.
Ma da chi ci hanno liberati?
Qui le notizie sono frammentarie. Sembra che la cosa sia stata preparata da mesi. Ci hanno detto che le più alte cariche dello stato sono al sicuro. Dove? E perché non parlano alla popolazione?
Sono preoccupato. E non a caso.
Ieri c’è stato un processo in direttissima in piazza. Due sciacalli sono stati sorpresi mentre entravano in un deposito alimentare. Sono stati passati per le armi.
Si avete capito bene. Gli hanno sparato davanti a tutti. Giustizia in diretta. Alla faccia di tutta la burocrazia che asfissiava i nostri tribunali.
Roba da medioevo.
Mi sembra di diventar matto.
Fino ad una settimana fa il mio unico pensiero era la ripresa economica, che gettava un ombra su di me e sulla mia famiglia. Ora rimpiango quell’ombra.
Quando torno la sera a casa da mia moglie, dopo ore di fila per comprare qualcosa da mangiare, mi sforzo di sorridere, anche per mio figlio piccolo.
Io lavoro in proprio. E di clienti con questo che è successo non se ne vedono. I bar sono vuoti, i ristoranti hanno abbassato le saracinesche, i cinema sono chiusi. Il coprifuoco poi fa il resto.
Ora la mia preoccupazione sono i soldi. E quando finiranno? Cosa comprerò alla mia famiglia? Cosa faremo?
Perché nessuno ci dice niente.
Sulle colline, qui vicino alla mia città, in piena notte a volte si sente sparare. Sembra che qualcuno sia riuscito nel caos dei primi momenti a recuperare delle armi in un deposito militare qui vicino. Cosa vogliono fare? I partigiani? O forse hanno fatto bene?
Io non posso lasciare la mia
famiglia. Devo pensare a loro.
A proposito: qualcuno sa qualcosa degli extracomunitari?
Qui in città sembrano spariti. C’è chi dice che siano stati rimpatriati per non avere grane internazionali. Il mio contatto nella Polizia ha fatto spallucce. Chissà cosa ne pensano gli altri stati. Già. Il mondo, l’Europa, che fa? Nessuno dice niente? E gli americani sono a favore o sono contro. Per una volta li vorrei contro il movimento di Liberazione. Quello che vorrei veramente è uscire da questo incubo.
Mi sembra di leggere uno di quei racconti surreali alla Stephen King, quando in un villaggio del Maine qualcuno impazziva o faceva patti con il diavolo e succedeva di tutto. Qui sembra di essere in uno di quei romanzi. Ma io non farò l’eroe. Ve lo dico ora per non creare equivoci. Chiunque legga questa e-mail sappia che io me ne starò tranquillo e penserò alla mia famiglia. Se potrò, e quindi non correrò rischi inutili, sarà mia premura comu
nicarvi informazioni in merito a quello che accade nella mia città.
Non vi dico che Dio vi benedica, non perché non creda a Dio, ma perché io sono dell’avviso che Dio è solo un osservatore. Gli uomini sono gli attori e i registi di tutto quello che accade.
Spero di ritrovarvi la prossima volta, e specialmente te, Ninco Nanco.
Mi viene da sorridere pronunciando il tuo nome, e ti ringrazio anche per questo.
Io non ho nome, ma per te sarò Lo Specchio, che riflette ma non da giudizi.
Tenete botta, come dice il mio cantante preferito.

LO SPECCHIO

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